Il processo di scoperta della propria identità sessuale inizia fin dalla nascita e passa attraverso il padre e la madre

Conferenza n.74 del 30 ottobre 2015

RIASSUNTO  Educare i figli

ALLA SCOPERTA DEL MONDO MASCHILE E FEMMINILE

Affascinante viaggio nella formazione dell'identità di genere

 

La 74° conferenza organizzata dal Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese ha avuto come titolo "La differenza e la complementarietà dell'educazione al maschile e al femminile". Il relatore è stato lo psicologo e psicoterapeuta Roberto Marchesini, già ospite a Staggia nel 2009. Si occupa in particolare di problematiche familiari, oltre che su "Il Timone" scrive su "La Bussola Quotidiana" e "Studi Cattolici".
Ci ha guidato in un affascinante viaggio per capire come si forma l'identità di genere nel bambino, cioè come egli scopre di essere un maschio o una femmina, attraverso le differenze non biologiche che ci sono tra i due sessi. Il bambino quando nasce per prima cosa deve scoprire la propria identità, cioè di essere una persona umana e questo avviene attraverso le relazioni con le altre persone. Durante questo processo scoprirà anche di essere una persona con un certo sesso caratterizzato da alcuni tratti biologici che divergono evidentemente tra maschio e femmina: le caratteristiche fisiche, quelle ormonali e quelle cromosomiche. Ciò gli fa scoprire la propria identità sessuale. Infine, tra i 5 e i 7 anni, il bambino inizierà a scoprire l'insieme di tutte le differenze non biologiche esistenti tra maschio e femmina, cioè la cosiddetta identità di genere.
Marchesini ha sottolineato che basta entrare in una classe elementare per notare che i bambini e le bambine si comportano naturalmente in modi diversi. I maschi fanno giochi di tipo competitivo, mentre le femmine di tipo cooperativo. I maschi hanno come modelli i supereroi, mentre le bambine le principesse. Nelle scuole in cui maschi e femmine frequentano classi separate, i docenti si sono accorti che anche l'apprendimento avviene in modo differente. I maschi hanno bisogno di banchi molto più profondi delle femmine, perché segnano il territorio occupando tutto lo spazio con le loro cose. Inoltre, occorre loro un intervallo molto più lungo in quanto, al contrario delle femmine, necessitano di una attività fisica per staccare.
Il processo di scoperta della propria identità sessuale e di genere, inizia, ha ripreso Marchesini fin dalla nascita e passa attraverso l'accudimento primario del padre e della madre. Intorno ad 1 anno di età il bambino deve incominciare a staccarsi dalla mamma per andare verso il mondo con il sostegno e la spinta del papà. Come quando il bambino inizia a muovere i primi passi, la mamma deve lasciarlo andare verso il padre, il quale deve tendere le braccia per accoglierlo. Entrambi i genitori giocano un ruolo fondamentale affinché il figlio non abbia delle difficoltà nel processo di crescita. Inoltre per diventare grande il bambino ha bisogno di pensare che i propri genitori ne sappiano di più, che quello che dicono loro è giusto e che loro sono quelli che possono dare un senso alla sua vita. Il “no” serve al bambino per trovare il limite delle cose e ciò è di gran sollievo per lui, il quale è come una persona che si trova in una stanza al buio: essa va a tastoni e prova sollievo solo quando incontra il limite, cioè la parete della stanza.
Per il genitore educare significa soffrire delle proprie responsabilità per il bene del figlio. In caso di assenza (fisica o morale) di uno dei due genitori può accadere che uno di loro si genitorializzi, cioè si metta al posto di uno dei due genitori, caricandosi dei loro problemi. Se il figlio genitorializzato è un maschio, inizierà a pensare che egli non è in grado di fare quello che fanno gli altri, perché non è in grado di risolvere i problemi degli adulti. Se la mamma si sfoga con il proprio figlio delle liti con il padre, il figlio sarà portato a non andare verso il padre perché è colui che fa soffrire la mamma. E se il figlio è un uomo, egli inizierà a pensare che non farà le cose che ha fatto il papà perché fanno soffrire la mamma, identificando tra le cose che la fanno soffrire il matrimonio stesso.
Quando diventiamo grandi iniziamo a comprendere che non sempre i genitori ne sanno più di noi e che anche loro hanno dei limiti proprio come noi. Marchesini ha concluso con una bellissima riflessione, citando l'esempio di due scrittori famosissimi, uno della letteratura tedesca ed uno della letteratura italiana: Kafka e Guareschi. Entrambi sono riusciti a perdonare il proprio padre per gli errori che aveva commesso e ne hanno lasciato traccia nei loro scritti. Qualunque ferita i nostri genitori ci possano aver trasmesso durante il processo educativo, è frutto della loro imperfezione e non della propria colpa. E' molto importante perciò perdonare loro e cancellare ogni loro debito, perché solo il perdono guarisce ogni nostra ferita e ci rende sereni con noi stessi e con gli altri.
Oltre cento persone hanno seguito ed apprezzato la conferenza di Marchesini. Tra questi diversi insegnanti e moltissimi genitori. Visto il grande successo l'incontro è stato pubblicato nel sito internet degli Amici del Timone di Staggia per permetterne la massima diffusione.

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