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La scienza è contro Darwin e la sua teoria non è e non sarà mai provata scientificamente
1. L'EVOLUZIONISMO NON È STATO PROVATO SCIENTIFICAMENTE
Nessuna prova scientifica e nessun esperimento ha verificato che da una specie ne sia nata un'altra. Da un cane è nato sempre un cane. Da una gallina sempre una gallina. Da un uomo sempre un uomo.
2. L'EVOLUZIONISMO NON SARÀ PROVATO SCIENTIFICAMENTE NEMMENO NEL FUTURO
Non è possibile portare in laboratorio 10.000 generazioni di animali e quindi non potrà essere dimostrato nemmeno nel futuro.
3. I CAMBIAMENTI DA UNA SPECIE ALL'ALTRA ESISTONO SOLO NEI DISEGNI DEGLI EVOLUZIONISTI
Nessuna fotografia, né tantomeno nessun filmato, fa vedere un animale che si trasforma in un altro. Quelli che ci fanno vedere nei disegni, sono quelli della fantasia di chi li ha disegnati.
4. CI SONO DEI MISTERIOSI ANELLI MANCANTI
Gli evoluzionisti non sanno spiegare dove siano gli anelli mancanti, cioè gli animali intermedi tra una razza e un'altra. E il motivo è semplice: non esistono!
5. NESSUNO HA MAI PRODOTTO IN LABORATORIO IL PASSAGGIO DALLA MATERIA NON VIVENTE ALLA MATERIA VIVENTE
Nessuno sa dare la vita alla materia. E nessuno sa spiegare come ha fatto ad iniziare la vita. Solo chi crede in Dio sa che l'inizio della vita è stato fatto da Dio. Un sasso da solo, non può cominciare a vivere.
6. NESSUNO SA SPIEGARE IL PASSAGGIO DALLE FORME DI VITA NON INTELLIGENTI ALL'UOMO
Nessuno sa come far diventare intelligente un animale. Non si può insegnare ad un cavallo a leggere o a programmare un computer. Al più potrà imparare qualche comando, ma non potrà continuare a imparare cose da solo. Tu invece una volta imparato a leggere e scrivere puoi fare tante cose da solo.
7. LA "NATURA" E IL "CASO" NON SONO SOGGETTI, CIOÈ DI PER SÉ NON ESISTONO
Quando si dice "la natura ha fatto questo" oppure "il caso ha fatto quello" ci si dovrebbe chiedere: "chi è la natura?" o "chi è il caso?". In realtà questi soggetti non esistono. Queste domande hanno come risposta l'unica che sembra ragionevole: Dio. Dio ha fatto tutto ciò che vediamo.
8. LA SCOPERTA DEL DNA CONTRADDICE DARWIN
Con la scoperta del DNA, Darwin è stato definitivamente accantonato. Il DNA infatti dimostra che la specie rimane fissa grazie al patrimonio genetico che viene trasmesso. Le specie animali non cambiano proprio perché esiste il DNA.
9. I FOSSILI HANNO DIMOSTRATO CHE LE SPECIE SONO FISSE
Ormai tutti i fossili trovati dagli studiosi, hanno dimostrato che le specie sono rimaste le stesse anche a distanza di milioni di anni. Piante, molluschi, ragni, conigli, ecc. di oggi sono identici ai loro antenati vissuti milioni di anni fa.
10. E SE L'EVOLUZIONISMO FOSSE VERO?
C'È LO STESSO BISOGNO DI DIO CHE LO HA PROGRAMMATO
Anche se l'evoluzionismo fosse vero, ci sarebbe lo stesso bisogno di Dio. Infatti se le forme di vita si fossero evolute ci sarebbe voluto qualcuno che le ha programmate per evolvere così. Infatti se vuoi scaricare qualcosa da Internet, puoi dire che lo fai automaticamente, ma in realtà non potresti farlo senza il programma che ti serve per scaricare ciò che ti serve.
Il termine evoluzionismo deriva dal latino "e-volvere" che significa "muoversi in tondo" e indica la teoria secondo cui la realtà progredisce costantemente, evolvendosi dalla materia inerte a quella vivente, dalla vita vegetativa alla vita cosciente, dalla barbarie alla civiltà. Le teorie evoluzioniste si sviluppano soprattutto nel XIX secolo, in un clima culturale caratterizzato dal positivismo, e riguardano l'ambito biologico, antropologico e cosmologico.
I positivisti pensavano di poter ridurre tutta la conoscenza al paradigma della conoscenza scientifica: è conoscibile scientificamente solo ciò che è sperimentabile, è sperimentabile solo il dato positivo di cui ci può essere esperienza sensibile.
Il concetto di evoluzione, presentato come scientifico e positivo, viene utilizzato in questo contesto per spiegare la nascita dell'universo e della vita in sostituzione al concetto di creazione, metafisico e non sperimentabile. Nel 1809 Jean-Baptiste Monet de Lamarck (1744-1829) pubblica la sua "Filosofia zoologica" in cui sostiene che il passaggio da una specie all'altra dipende dall'adattamento all'ambiente determinato dall'uso o dal disuso di certi organi e dall'ereditarietà dei caratteri acquisiti. Secondo l'ipotesi di Lamarck, la funzione crea l'organo.
Nel 1859 Charles Darwin (1809-1882) pubblica l'opera "L'origine delle specie dalla selezione naturale" in cui propone l'ipotesi evoluzionista fondandola sui concetti dì "lotta per la vita" e di "selezione naturale": la natura tende a generare un numero di viventi molto superiore ai mezzi di sopravvivenza disponibili, solo i più "adatti" riescono a sopravvivere grazie alle caratteristiche che nella lotta per l'esistenza si rivelano dominanti e che trasmettono ai loro discendenti; tutte le specie derivano da questo processo di mutazione/selezione casuale e meccanicistico che esclude qualsiasi finalismo.
Con Herbert Spencer (1820-1903) l'evoluzionismo si allarga all'ambito culturale e cosmologico. Secondo Spencer il compito della filosofia è di interpretare tutta la realtà alla luce della legge dell'evoluzione che è la legge fondamentale della scienza, l'evoluzione è un processo necessario che porta la materia "da una omogeneità indefinita e incoerente a una eterogeneità definita e coerente, mentre il movimento conservato subisce una corrispondente trasformazione" secondo un progresso anch'esso necessario.
A proposito della teoria di Lamarck si può osservare che se non ci sono difficoltà logiche nell'ammettere variazioni all'interno di una specie, risulta invece impossibile pensare che la funzione, cioè l'esercizio, crei l'organo: la funzione suppone l'organo non lo produce; inoltre la teoria di Lamarck non tiene conto del fatto che, alla luce delle conoscenze attuali e soprattutto del DNA, i caratteri acquisiti non vengono ereditati.
Riguardo la teoria di Darwin bisogna rilevare che la selezione non crea nulla, non determina le variazioni, ma sceglie tra quelle già esistenti. Ma anche supposto che si determini una variazione che renda più adatto un certo soggetto alla sopravvivenza, è possibile che essa compaia di colpo come struttura complessa, come organo già formato e correlato agli altri? E se non è così, in che modo un abbozzo rudimentale può risultare vantaggioso al suo portatore?
Le tesi di Spencer sono espressione di una metafisica materialista e non di una teoria scientifica, perché le nozioni di movimento e di materia che vengono utilizzate sono nozioni metafisiche.
I problemi posti dall'evoluzionismo possono essere così sintetizzati:
1. Un vivente può sorgere dalla materia inorganica con un processo naturale, cioè prescindendo da un intervento creativo della causa prima?
2. Un vivente può essere generato da un vivente di specie diversa?
Nel rispondere a questi problemi bisogna distinguere tra aspetto scientifico e aspetto filosofico della teoria dell'evoluzione; il problema filosofico non è quello del "come", ma del "perché". La scienza dà i fatti e ne ipotizza le leggi, ma non può dare l'interpretazione perché non è il suo compito e non ne ha i mezzi. A questo proposito Sofia Vanni Rovighi osserva: "Forse che una materia vivente dotata di virtualità a produrre specie diverse non esige una causa del suo essere e del suo divenire come la esigerebbero specie che comparissero perfette sulla terra?". E riguardo alla generazione spontanea Franco Amerio afferma: "…Tanto poco la generazione spontanea elimina Dio che i dotti del medioevo, i grandi maestri della teologia,.. ammettevano la generazione spontanea come tesi comune: essi pensavano che i piccoli animali viventi che si originano nei fenomeni putrefattivi, fossero proprio un caso di generazione spontanea". Il mondo per la sua contingenza ha bisogno di una causa prima sia che il suo sviluppo avvenga in base al "fissismo" (ipotesi secondo cui le specie rimangono immutate nel corso del tempo) o avvenga in base all'evoluzionismo, anzi, come nota Ameno, "ancor più evidentemente in secondo caso, perché … il senso progressivo dell'evoluzione – da viventi imperfetti e semplici a viventi sempre più perfetti e complicati – mette in primo piano il postulato finalistico, cui non si può soddisfare col caso".
L'unico problema particolare si pone a proposito dell'origine dell'uomo perché il principio vitale dell'uomo (ciò che chiamiamo anima) è sussistente, cioè non dipende nel suo essere dal corpo di cui è forma: l'anima incomincia ad essere nel corpo, ma non "dal corpo" (come è dimostrato dal fatto che l'uomo è capace di attività che non sono riducibili alla pura dimensione biologica); il sorgere dell'anima non è spiegabile con il trasformarsi della materia, essa è un "di più" rispetto alla materia, un "di più" che sorge dal nulla; poiché solo Dio può trarre l'essere dal nulla, l'anima è creata dal nulla nel momento in cui va ad informare il corpo.
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Sabato 15 settembre 2012 si è svolto a Staggia Senese il 4° Giorno del Timone della Toscana: ancora una volta, ospiti di alto livello ed interessanti argomenti di cultura e di fede.
Il professor Roberto De Mattei, direttore del mensile Radici Cristiane e Preside della Facoltà di Scienze Storiche dell'Università Europea di Roma, ha tenuto la conferenza dal titolo "Evoluzionismo fallito". Il professore, già vicedirettore del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha affrontato il tema dell'evoluzionismo: oggi è molto difficile parlarne, in quanto viene insegnato nella scuole e nei mezzi di comunicazione come un dogma intoccabile scientificamente dimostrato. Egli aveva già trattato tale argomento nel libro "Evoluzionismo: tramonto di un'ipotesi" nel quale erano raccolti i contributi di scienziati di varie discipline che avevano partecipato a un convegno internazionale da lui organizzato al CNR (per un resoconto del convegno: clicca qui). Il professore aveva anche sostenuto un dibattito pubblico con il matematico, ateo, Odifreddi.
Egli ha innanzitutto spazzato via un equivoco ricorrente, secondo cui solo gli scienziati potrebbero discutere di questo argomento; un'obiezione infatti che gli viene fatta di frequente è che lui, essendo uno storico, non avrebbe voce in capitolo. Invece tutti possono trattare questo argomento, semplicemente usando la propria ragione, in quanto l'evoluzionismo non riguarda una precisa disciplina scientifica. Infatti il sapere è oggi caratterizzato dalle specializzazioni, cosicché si è persa la capacità di avere una visione d'insieme. La capacità di abbracciare campi diversi appartiene al filosofo, in particolare al filosofo della natura. La ragione applicata alle realtà materiali fa parte dell'ambito della scienza, mentre applicata alle realtà immateriali fa parte dell'ambito della filosofia. Per parlare di evoluzionismo, occorre rispondere a domande riguardanti l'origine del mondo, della vita e in particolare dell'uomo, quindi occorre anche parlare dell'esistenza di Dio. E così, chiunque voglia discutere di questo argomento si deve rifare sì alla scienza, ma anche alla filosofia. Basta, appunto, utilizzare la propria ragione e il buon senso. Anche la fede dà il suo contributo alla comprensione della realtà. Le verità di fede, infatti, non contraddicono le verità razionali e scientifiche, anzi ne aiutano la comprensione. Non si può prescindere dal versetto della Genesi in cui è scritto: "In principio Dio creò il cielo e la terra" e il passo in cui viene raccontato come Dio plasmi Adamo dal fango ed Eva da un suo fianco.
L'evoluzionismo è la visione filosofica secondo cui l'universo e tutta la materia sarebbero in continua evoluzione da forme imperfette a forme sempre più perfette e l'uomo farebbe parte di questo processo. Noi non ce ne accorgiamo, ma ormai le nostre idee e il nostro linguaggio sono imbevuti di questo modo di pensare. Eppure quella evoluzionista è soltanto una teoria, cioè non è dimostrata scientificamente. Secondo il metodo galileiano perché le ipotesi si trasformino in leggi universali occorre che siano sperimentabili e verificabili sempre, ovunque e da tutti. Non è mai stata provata l'ipotesi evoluzionista, secondo cui gli uomini sarebbero il prodotto di miliardi e miliardi di anni di mutazioni dalla materia inerte alla materia vivente e poi dall'essere vivente meno complesso a quello più complesso. Sarebbe come dire che, vedendo in un garage una moto accanto a una bicicletta, fossi certo che la moto è nata da trasformazioni progressive della bicicletta. L'affermazione "L'uomo deriva dalla scimmia", ha spiegato De Mattei, è un'affermazione immaginaria, perché riguarda un passato che non è dimostrato né dal metodo scientifico, basato sulla riproducibilità, né da quello storico, basato sulle testimonianze. La trasformazione dalla scimmia all'uomo non può essere né riprodotta sperimentalmente, né testimoniata da alcuno. Sorgono infatti troppe domande che restano senza risposta: perché le scimmie esistono ancora accanto agli uomini e perché invece non c'è traccia degli ominidi, cioè degli esseri di passaggio fra la scimmia e l'uomo? E ancora: perché il processo evolutivo si è arrestato e l'uomo non evolve più? In realtà l'unica certezza che abbiamo è che non c'è minima traccia di tale processo nella realtà.
La teoria evoluzionista parte dal rifiuto della fissità della specie, per cui si sarebbe passati da una specie animale all'altra, arrivando poi fino alla specie umana. Sappiamo che la specie è una classe di esseri viventi all'interno della quale c'è trasmissione ereditaria e fecondità; invece fra specie diverse non è possibile scambiarsi i caratteri genetici, né riprodursi. La scoperta del dna ha dimostrato e avvalorato questa stabilità, tanto che in laboratorio è possibile produrre variazioni all'interno della stessa specie, ma non fra specie diverse. Si possono trasformare i caratteri secondari, ma mai trasformare una specie in un'altra. Quindi le modifiche all'interno della specie esistono e si definiscono microevoluzione. Al contrario la macroevoluzione, cioè il passaggio da una specie a un'altra, non è mai stata dimostrata. Gli anelli di congiunzione delle trasformazioni da una specie a un'altra non sono mai stati trovati e nessun esperimento scientifico li ha mai riprodotti. Il motivo è semplice: non esiste la possibilità di passare da una specie a un'altra. Esistono dei confini che delimitano le specie perché esiste un ordine, delle leggi che determinano le barriere genetiche tra le specie, per evitare il caos.
Possiamo anche riconoscere una scala di perfezione per classificare gli esseri viventi, cosicché possiamo dire che un uomo è più perfetto di un verme, ma ogni essere vivente è perfetto in se stesso, nella sua struttura. Ogni morfologia raggiunge nella sua complessità la sua massima perfezione. Ad esempio un microbo nella sua complessità non è inferiore ad una pianta. Tuttavia esiste una distanza tale fra loro che nessun esperimento ha mai potuto colmare.
Gli evoluzionisti, ha continuato il professore, si dichiarano anti creazionisti, ma in realtà trasferiscono l'azione creatrice da Dio alla materia stessa, la quale secondo loro si auto crea. Ma a questo potere attribuito alla materia si possono opporre due obiezioni. Prima obiezione: come ha fatto la materia inerte a dare origine alla materia vivente? Gli evoluzionisti rispondono: in modo casuale. Ma la complessità degli organismi viventi è tale che non è possibile che non ci sia un progetto e quindi un progettista. Sarebbe come se un orologio fosse ottenuto agitando a caso in una scatola i pezzi di cui è composto. Anche agitando i pezzi infinite volte non si otterrebbe mai l'orologio intero perfettamente funzionante. Come sperimentiamo ogni giorno nella vita di ciascuno, il caso genera caos. Quindi la complessità degli organismi viventi non può essere data dal caso, ma da un progetto e da un progettista intelligente che lo ha pensato.
La vita si spiega sul piano biologico e il biologo può spiegarci quali materie sono viventi, non come e perché hanno avuto luogo. Gli evoluzionisti spiegano ancora che tutto ha avuto origine perché una materia iniziale esplodendo si è diffusa. Ma ecco la seconda obiezione: qual è l'origine di quella materia iniziale che è esplosa? E poi: chi l'ha fatta esplodere? Nessuno scienziato può spiegare come possa essere nata la materia dal nulla. Ci vuole più fede, ha concluso De Mattei, per credere che dal nulla possa nascere qualcosa, piuttosto che per credere in un Dio creatore.
Infine il professore ci ha spiegato che esistono i catto-evoluzionisti (o teo-evoluzionisti), i quali per salvare la teoria evoluzionista e cercare di armonizzarla con la fede cattolica affermano che Dio ha dato la scintilla, creando la materia iniziale, per poi lasciare il passo all'evoluzione. Rifiutano così il materialismo dell'evoluzionismo filosofico, ma di fatto negano alcuni dei massimi dogmi della fede, come il monogenismo, secondo il quale tutti gli uomini hanno origine dalla creazione diretta di Dio di un'unica coppia iniziale. Il poligenismo, al contrario, afferma che gli uomini deriverebbero da diverse coppie di ominidi. Insomma Adamo ed Eva non simboleggiano la collettività, come ritengono alcuni, altrimenti non avrebbe senso parlare della trasmissione del peccato originale da Adamo ed Eva a tutti gli uomini e le donne. Dai poligenisti viene negata non solo la Genesi, ma anche alcuni passi di San Paolo in cui egli, parlando del peccato originale, afferma l'esistenza di un'unica coppia iniziale da cui poi è scaturito tutto il genere umano.
Un lunghissimo applauso ha concluso l'intervento del professore, segno che il pubblico ha gradito la chiarezza e il coraggio dell'esposizione.
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