BUGIE AMBIENTALISTE (Riccardo Cascioli)

La vita non è una partita tra la natura e l’uomo: entrambe le estremizzazioni, sia la divinizzazione dell’uomo che quella della natura, sono sbagliate
RIASSUNTO  Le bugie degli ambientalisti

IL CATASTROFISMO AMBIENTALISTA CI TERRORIZZA INUTILMENTE

Non stiamo distruggendo la terra, anzi l’uomo è la maggiore risorsa del nostro pianeta

 

Venerdì 4 novembre 2011 la 52° conferenza organizzata dal Centro Culturale “Amici del Timone” di Staggia Senese ha dibattuto su tutta una serie di tematiche ambientali, prese di mira da un catastrofismo ormai imperante. Il relatore della serata è stato Riccardo Cascioli. Egli non nega che dei disastri ambientali avvengano, anzi è lui stesso il primo a riconoscerli. E non nega neppure l’esistenza dei cambiamenti climatici, ma ci invita a riflettere sul modo in cui ci poniamo di fronte a questi eventi. Assumere un atteggiamento catastrofista è un modo pre-concetto di studiare la questione. Il catastrofismo, infatti, è caratterizzato innanzitutto da una visione parziale della realtà che prende in esame soltanto gli aspetti negativi del problema e inoltre da una visione radicalmente negativa dell’uomo, la cui presenza sarebbe sempre dannosa.
Cascioli, per fare un esempio, ha preso in esame le alluvioni avvenute in Lunigiana proprio in questi giorni. Osservando tutti i Tg si ha come l’impressione che i cambiamenti climatici e i disastri ambientali come le alluvioni stiano progressivamente aumentando e diventino sempre più forti. Ma andando indietro nel tempo ci ricordiamo bene dell’alluvione che coinvolse Firenze nel ’66 e quella del Polesine nel ’61. A un attento studio della storia del territorio italiano ci accorgiamo che, non solo la Liguria è regolarmente afflitta da questi eventi, ma più della metà dei comuni italiani lo è, per questioni morfologiche. Quindi tali eventi non sono un aggravarsi della situazione, ma un ripetersi ciclico. Anche i cambiamenti climatici sono la normalità e non un problema. Il clima è sempre cambiato, non è statico. Ad esempio, dall’inizio del mondo ci sono state almeno sette Ere Glaciali.
Chi afferma che l’uomo è responsabile dei cambiamenti climatici e quindi dei disastri ambientali che ne conseguirebbero, mette sotto accusa l’umanità, che con la sua attività industriale, con il progresso, con le nascite di nuovi individui creerebbe problemi. Questa visione è sbagliata alla radice: l’uomo fa alcune azioni sbagliate, ma ne può fare anche di molto positive. La natura non è stata creata perché l’uomo la lasci com’è, ma perché se ne prenda cura e continui l’opera creatrice di Dio. Nei secoli l’uomo ha reso i territori più belli e più vivibili bonificando le zone paludose, coltivando i terreni, costruendo acquedotti e mantenendo i boschi.
La responsabilità dell’uomo non sta nell’evitare i disastri naturali, che in molti casi non possono essere evitati, ma nella manutenzione del territorio per evitarne il più possibile gli effetti: pulire gli argini dei fiumi; costruire le case solo dove è possibile farlo senza intralciare il corso dei fiumi; costruire reti fognarie e mantenerle pulite e funzionanti; e non per ultimo, bisogna anche sapersi arrendere in certi casi alla forza della natura e mettersi al sicuro, aspettando che sia passato il pericolo, come avviene ad esempio in Asia, al passaggio dei Monsoni, perché in fondo limitare le perdite di vite umane vale più di ogni altra cosa.
Il catastrofismo incolpa l’umanità intera dei cambiamenti climatici, che sarebbe la diretta responsabile dei disastri ambientali. Ma così facendo nessuno risponde personalmente dell’edilizia selvaggia e delle incurie, che amplificano gli effetti di questi eventi disastrosi. Tutti colpevoli, vuol dire nessuno colpevole personalmente…
Un altro cavallo di battaglia della mentalità catastrofista consiste nell’inquinamento. Che questo fenomeno esista e che ci siano stati degli anni in cui è andato aumentando nessuno lo nega, dice Cascioli. Ma la realtà è che rispetto a qualche anno fa è molto diminuito e la tendenza è a diminuire ancora, non ad aumentare, come affermano i catastrofisti di turno. Lo sviluppo e il progresso non sono da condannare perché permettono di avere una tecnologia sempre migliore e sempre meno inquinante. Nessuno parla ad esempio delle auto, che rispetto ai suoi albori inquina l’80% in meno, oppure del riscaldamento delle case, dove, sostituendo il gasolio con il metano si riesce ad inquinare sempre meno. In 40 anni, mediamente, l’inquinamento è stato abbattuto di circa il 70%. Insomma non è lo sviluppo a creare inquinamento, bensì il sotto sviluppo. Infatti nei paesi sviluppati la fiorente economia insieme alle nuove tecnologie limita il problema inquinamento e gli altri problemi ambientali.
Un ulteriore argomento dei catastrofisti è quello della deforestazione. I mass media fanno apparire questo come un problema globale, ma in realtà riguarda solo alcuni paesi sottosviluppati, come alcune zone dell’Africa. In questi territori, in cui vige un’agricoltura primitiva, si coltivano i terreni anche senza tecnologie, anzi, a volte senza nemmeno l’ausilio di animali. Tali terreni si consumano in fretta e così vengono bruciate le foreste per mettere a coltivazione nuovi terreni per sopravvivere.
In Africa è molto presente anche il problema della malaria, che, al contrario di quello che comunemente si pensa, è molto più grave dell’aids, sia per tasso di mortalità che per l’inabilità che provoca nella popolazione. Sfatiamo il mito, ha spiegato Cascioli, che la malaria sia una malattia tropicale, perché anche in Italia c’era questa malattia finché non è stata debellata. Sono inutili gli appelli che lancia ogni anno l’Onu riguardo alle zanzariere. È chiaro che il problema della malaria non può essere risolto mettendo delle zanzariere perché le zanzare che provocano questa malattia sono presenti non solo di notte e non solo all’interno delle case. C’è bisogno di bonificare il territorio e di rendere le persone capaci di pratiche igieniche migliori. Solo che l’unico prodotto che disinfetta efficacemente le zone affette da malaria, debellandola, è il DDT, con il quale è stata bonificata tutta l’Europa, ma che poi è stato bandito dai benpensanti in quanto presunto inquinante. In realtà il DDT, usato con prudenza, sarebbe una risorsa efficacissima per quelle popolazioni e l’allarmismo che lo ha coinvolto è stato esagerato.
Ultimamente, ha continuato ancora Cascioli, l’inquinante per eccellenza dei paesi sviluppati è diventato, secondo l’organizzazione mondiale della sanità,  il Co2, altrimenti detto anidride carbonica, e così tutti si stanno dando un gran da fare per ridurne al minimo le emissioni. Questa, ha affermato Cascioli, è una bugia, oltre che una vera e propria follia. Senza Co2 non ci sarebbe vita sulla terra e raggiungere concentrazioni tali da essere dannoso è praticamente impossibile. Il Co2 di per sé non è un elemento inquinante, né tossico, mentre lo è ad esempio il benzene, che nessuno si preoccupa di limitare nell’atmosfera. E infatti, dati alla mano, secondo gli ultimi studi effettuati sull’atmosfera, mentre il tasso di Co2 è in aumento, i tassi di inquinamento sono in diminuzione. L’anidride carbonica è necessaria alle piante per vivere ed è quindi utile per lo sviluppo della vegetazione.
Il catastrofismo, che guarda a tutte queste problematiche ambientali con assoluto pessimismo, nasce dal movimento ambientalista, che a sua volta ha origini molto lontane nel tempo. Alla fine dell’800 le società eugenetiche teorizzano il darwinismo sociale, favorito dall’eugenetica: applicare il darwinismo alla specie umana significa fare in modo che vadano avanti solo gli individui che servono nella società, “i migliori”, creando così una razza selezionata, proprio come teorizza il pensiero eugenetico e arrivare ad una società con pochi uomini ma buoni. Secondo questa teoria, gli uomini sono in sé dannosi e cattivi, incapaci di fare il bene se non per sbaglio e per questo ha bisogno di un’autorità forte che lo schiacci. Anche alcuni protestanti considerano l’uomo in questi termini, al contrario del cattolicesimo che considera l’uomo e tutta la realtà in modo positivo. La secolarizzazione ha rotto la visione positiva dell’uomo portata dalla cultura cattolica e non è un caso che il ‘900 sia stato il secolo dei totalitarismi. Da tutta questa visione nasce il conservazionismo e il protezionismo degli ambientalisti, per cui se l’uomo crea danni bisogna limitare la sua attività e creare zone delimitate in cui l’uomo non possa entrare, come i parchi naturali. I parchi naturali, di per sé positivi si fondano però su un’intenzione sbagliata. E non risolvono il problema di salvaguardia dell’ambiente. Basti pensare alla Campania che, pur essendo la regione italiana con più parchi naturali, non è esattamente un esempio di protezione ambientale.
Un altro problema tirato spesso in ballo è quello dell’esaurimento delle risorse. Secondo l’ideologia catastrofista le risorse del mondo sono come una torta: ogni anno una fetta di quella torta sparisce e un giorno finirà; se la popolazione aumenta o consuma troppo rischiamo ben presto di non avere più abbastanza risorse per tutti. Ma anche questo è falso. Prima che venisse capito come poter utilizzare il petrolio, questa sostanza rappresentava un problema, mentre oggi è una risorsa; e quando negli anni ’70 fu lanciato l’allarme sulla fine del rame, poco dopo non solo se ne scoprirono altri giacimenti, ma furono addirittura inventate le fibre ottiche, da usare al posto del rame per tutte le comunicazioni. L’età della pietra non è finita perché sono finite le pietre, ma perché sono stati scoperti dall’uomo materiali migliori.
Le risorse dipendono dall’ingegnosità dell’uomo che le usa per rispondere ai propri bisogni. Se eliminiamo l’uomo le risorse non aumentano, casomai spariscono perché non c’è più nessuno che le renda utilizzabili. L’acqua, ad esempio, è presente naturalmente in natura, ma se l’uomo non avesse costruito i pozzi e in seguito gli acquedotti e i canali per riceverla nelle case sarebbe molto meno utile. Anche nei paesi sottosviluppati per bere l’acqua bisogna scavare un pozzo.
Cascioli ha concluso la sua interessante esposizione spiegando che la vita non è una partita tra la natura e l’uomo; entrambe le estremizzazioni, sia la divinizzazione dell’uomo che quella della natura, sono sbagliate. Ecco perché il peggior problema per l’ambiente è l’ateismo: eliminando Dio come creatore avviene o lo sfruttamento indiscriminato, in quanto l’uomo si sente il più forte, oppure la divinizzazione della natura per cui se Dio è in ogni cosa niente di ciò che è in natura può essere toccato. Dobbiamo imparare a recuperare il vero significato della vita e di ciò che abbiamo intorno: l’acqua non va sprecata, non perché finisca, né perché chiudendo il rubinetto in Italia arrivi più acqua in Africa; non va sprecata perché tutto ciò che abbiamo è un dono di Dio, quindi va usato nella maniera giusta. Non è terrorizzando che si insegna alle persone a non sprecare, ma chi toglie Dio dal suo orizzonte non ha altri mezzi. Senza la Fede che ci indica come utilizzarle e quali limiti avere, persino possedere tutte le risorse del mondo diventa inutile.

Tutte le conferenze di
L’INGANNO DI DARWIN (Roberto De Mattei)

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GRETA E L’AMBIENTE (Riccardo Cascioli)

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RIASSUNTO  Greta e la follia ambientalista

IL RISCALDAMENTO GLOBALE E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

La vera minaccia è ingabbiare l’uomo con leggi che limitino la sua attività

Il 22 novembre 2019 ha avuto luogo a Staggia Senese la 101° conferenza del Centro Culturale “Amici del Timone” dal titolo “Greta e la follia ambientalista”. Ospite della serata è stato Riccardo Cascioli, coraggioso giornalista e apprezzatissimo direttore de La nuova Bussola Quotidiana ed esperto sull’ambiente su cui ha scritto alcuni libri. Nel 2014 abbiamo consegnato al direttore il premio Viva Maria destinato alla Bussola quotidiana. La riproduzione della Madonna del conforto che simboleggia tale premio è stata collocata nella redazione della Bussola e, ci ha confidato il direttore, davanti a lei tutta la redazione recita ogni giorno l’angelus a mezzogiorno. La conferenza di questa sera ha preso spunto dalla svedese Greta Thunberg che viene portata a esempio per le giovani generazioni per impegnarsi per cambiare le abitudini sbagliate che condurrebbero al disastro planetario. Eppure Greta viene sfruttata dalle élite ecologiste per motivi economici tutt’altro che rispettabili. C’è da chiedersi infatti come mai ad una ragazza di appena sedici anni, afflitta da una forma di autismo, sia reso possibile tenere discorsi all’Onu e in vari Parlamenti, attaccando le istituzioni e proponendo “soluzioni” ridicole. È evidente che questo personaggio è stato scelto e montato a tavolino, affinché i giovani la prendessero come modello e la seguissero.



IL RISCALDAMENTO GLOBALE
Il riscaldamento globale oggi nessuno lo nega, ma questo fatto viene esagerato nella portata e nelle conseguenze. Infatti negli ultimi 130 anni la temperatura è cresciuta meno di un grado, per la precisione 0,9 gradi centigradi. Oltre ad essere una crescita davvero irrisoria, la questione ben più importante è capire che la temperatura terrestre è sempre cambiata. Oggigiorno abbiamo l’idea che il clima debba essere uniforme, perciò ogni minimo cambiamento lo percepiamo come un problema. Ma analizzando l’andamento climatico del passato ci accorgiamo che anche durante il regno degli antichi romani e nel periodo medievale c’era stato un notevole riscaldamento climatico, che aveva favorito il prosperare dell’agricoltura e quindi il benessere, per questo era stato definito “optimum romano” e “optimum medievale”. Nei quattro secoli post medievali è seguito un progressivo raffreddamento, tanto che quel periodo è chiamato “piccola era glaciale”. Poi un nuovo innalzamento fra il 1800 e il 1900 e di nuovo un abbassamento, testimoniato dal fatto che a metà degli anni ’70 addirittura i giornali davano l’allarme di un raffreddamento globale. Cascioli è quindi passato ad illustrare i motivi per cui è stato creato questo allarmismo ingiustificato: alla base, oltre ai motivi politici e a quelli economici, c’è una radice ideologica-cultural-religiosa che mira da molti anni ad eliminare la centralità dell’uomo all’interno del creato, nonostante Dio abbia posto l’uomo, vertice della creazione, come custode e amministratore del creato. Con la “Carta della Terra” approvata nel 2000 si intendeva idealmente sostituire la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo” facendo passare l’idea che l’uomo non è superiore agli altri esseri viventi (animali e vegetali), bensì tutti sono dello stesso livello. Poco importa se l’uomo dimostra la sua superiorità attraverso le proprie capacità intellettive e per il fatto che è l’unico essere che può scegliere di non obbedire alle leggi della natura e al proprio istinto.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Questa concezione dell’uomo come un pari degli animali, porta a ritenere che il riscaldamento climatico sarebbe colpa della troppa Co2 prodotta dall’uomo attraverso l’uso dei combustibili fossili e a causa degli allevamenti intensivi. Ecco perché l’attività umana va bloccata in ogni modo. Con l’introduzione dell’idea di “Sviluppo sostenibile” viene bloccata la creatività dell’uomo che crea progresso, perché se un progetto non rispetta certi standard imposti dall’alto non viene approvato. Per questa disumana ideologia l’aumento della popolazione è una minaccia per lo sviluppo e l’ambiente perché l’uomo con le sue attività, anziché benessere porterebbe scompiglio. Con queste premesse si è tentati di credere che le culture primitive vivessero in armonia con la natura e fra sé, dimenticando che grazie all’evangelizzazione e quindi all’arrivo degli uomini più civilizzati sono finiti ad esempio i sacrifici umani. In realtà la questione del clima viene tirata in ballo per attuare quel progetto deciso da decenni di diminuire la popolazione mondiale già introdotto da Malthus fermando la crescita economica nei paesi ricchi e la crescita della popolazione nei paesi poveri. In Italia viene propagandata la cosiddetta “decrescita felice” con la conseguente de-industrializzazione dimenticando che la decrescita non è certo felice. Per motivare la bontà della decrescita e della denatalità è stato introdotto il concetto di rispetto dell’impronta ecologica. Questo concetto è nato osservando le mucche, le quali hanno bisogno di un certo spazio in cui tutte possano liberamente mangiare e rilasciare escrementi. Lo stesso calcolo è stato utilizzato per calcolare la superficie a disposizione per l’uomo in base alle risorse esistenti. Ma se qualche mucca muore se non c’è sufficiente cibo per sfamarle tutte, per l’uomo questo meccanismo non si può applicare. Egli è infatti in grado di spostarsi in un altro luogo, inventare nuove risorse e nuovi modi per sopravvivere. Le risorse non sono limitate come vogliono farci credere, perché una risorsa diventa tale dal momento che, scoperta in natura, viene lavorata e utilizzata dall’uomo. L’Età della pietra non è finita perché sono finite le pietre, ma perché l’uomo ha trovato nuovi materiali più performanti con cui costruire i suoi utensili, ad esempio il metallo.

LA VERA RISORSA È L’UOMO
Anche l’avvento dell’agricoltura biologica, incentivata più di quella intensiva, pare che serva soltanto a dimostrare che non c’è cibo per tutti, dato che costa di più e produce di meno. I fitofarmaci usati nel modo corretto permettono di produrre di più in minor spazio. Questo permetterebbe ai paesi sottosviluppati di prodursi il cibo senza bisogno di cercare sempre nuovi spazi. In Amazzonia, ad esempio, le foreste vengono bruciate dagli indigeni per trovare nuove terre per coltivare. A proposito dell’Amazzonia è interessante sapere che le foreste amazzoniche siano il polmone del mondo è una fake news. In realtà il vero polmone del mondo sono gli oceani. Cascioli ha concluso spiegando che la vera risorsa davvero fondamentale, ed è proprio quella che cercano di eliminare, è l’uomo che con la sua creatività e con il suo ingegno può rispondere al bisogno degli altri uomini migliorando allo stesso tempo la natura che ci circonda. La vera minaccia è ingabbiare l’uomo con leggi che limitino la sua attività. In passato l’uomo ha bonificato aree completamente inospitali rendendole più verdi e più feconde. Se sono stati tagliati degli alberi non bisogna dimenticare che sono stati anche ripiantati. L’uomo ha imparato a smaltire i rifiuti con tecniche sempre migliori, ovviamente nei paesi sviluppati, perché solo lo sviluppo che porta a nuove tecnologie per produrre può portare con sé anche nuove tecnologie per smaltire meglio e inquinare meno. Laddove ci sono problemi sono solo di cattiva gestione: non a caso il problema della plastica in mare è soprattutto nel continente asiatico, dove il sottosviluppo porta con sé problemi nello smaltimento o come in questo caso nel riciclo. Il problema non è la plastica, anche il vetro o le parti di un’automobile gettate in mare inquinerebbero; ma siccome la plastica è utilizzata in moltissimi modi e in moltissimi ambiti, ecco che per farci decrescere e impoverire la vogliono togliere.
Tutte le conferenze di
L’INGANNO DI DARWIN (Roberto De Mattei)

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RIASSUNTO  Quale riscaldamento globale?

IL CLIMA CHE CAMBIA NON E’ UNA MINACCIA

La vera scienza smonta, con dati reali, i dogmi dell’allarmismo climatico: il riscaldamento ha origine naturale e altalenante per natura

Il professor Scafetta, docente in Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera all’Università Federico II di Napoli, ha offerto una dettagliata analisi delle dinamiche climatiche attuali e future, facendo capire che non è giustificato l’allarmismo per presunti danni all’ambiente dovuti al riscaldamento che invece ha origine naturale e altalenante per natura. L’esposizione è stata fatta con parole semplici, ma accompagnate da dati e grafici dei suoi studi accademici presentati in conferenze in Italia e Stati Uniti. La conferenza è stata introdotta da Riccardo Cascioli, direttore della Bussola, che ha sottolineato l’importanza di un’informazione scientifica rigorosa e non catastrofista.

VIDEO  L'anno più caldo di sempre
Video ironico di Silver Nervuti: ”Ogni anno è l’anno più caldo di sempre”

L’INGANNO DI DARWIN (Roberto De Mattei)

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RIASSUNTO  Scienziati, dunque credenti

LA NASCITA DELLA SCIENZA NELL’EUROPA CRISTIANA

Tutti i padri della scienza moderna hanno creduto in Dio

Sabato 21 settembre 2013 si è svolto il 5° Giorno del Timone della Toscana: ancora una volta, ospiti di alto livello ed interessanti argomenti hanno attirato a Staggia Senese oltre cinquecento persone. Al mattino ha celebrato il Solenne Pontificale mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara che nel pomeriggio ha ricevuto il premio Viva Maria! Abbiamo avuto come ospite (per la terza volta a Staggia Senese) anche il professor Francesco Agnoli, giornalista e scrittore, che insegna a Trento, è sposato, ha due figli. E’ presidente dell’Associazione “Libertà e Persona”, autore di numerosi libri, conduce una tavola rotonda mensile su Radio Maria, scrive sul Timone e sul Foglio. Rifacendosi a un suo libro di successo “Scienziati, dunque credenti”, proprio questo è stato il titolo del suo intervento. Agnoli ci ha aiutato a trovare le risposte alle domande più insidiose della cultura dominante. C’è compatibilità tra scienza sperimentale e fede in un Dio creatore? Tra scienza e Chiesa? Tra scienza e miracoli? Può un uomo di oggi continuare a credere in Cristo, senza apparire ridicolo e fuori del tempo? Agnoli ha dato la parola agli scienziati, ai grandi fisici, agli astronomi, ai matematici… per poi arrivare alla conclusione che tutti i padri della scienza moderna hanno creduto in Dio. Ad esempio: il primo teorizzatore del Big Bang fu il sacerdote cattolico Lemaître. Il Big Bang infatti è perfettamente compatibile con la creazione. Come è evidente: una bomba non può costruirsi da sola e poi scoppiare a caso… Un lungo applauso ha concluso l’esposizione di questo affascinante viaggio nella storia della scienza.

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FEDE E SCIENZA (Antonino Zichichi)

Scienza e fede sono perfettamente compatibili
RIASSUNTO  Scienza e fede amiche

LA VERA SCIENZA NON PUO’ ESSERE IN CONTRASTO CON LA FEDE

La scienza è nata per atto di fede in Colui che ha fatto il mondo

Il 27 aprile 2007 il Centro Culturale “Amici del Timone” di Staggia Senese ha avuto il piacere e l’onore di ospitare il professore Antonino Zichichi, pioniere della fisica nucleare, uno dei maggiori scienziati a livello mondiale. Il professore ha parlato della scienza vissuta come un atto di fede e della nuova frontiera del Supermondo. Ma, soprattutto, di Galileo Galilei. Il nome del genio pisano è stato spesso richiamato dal professore, presidente della Federazione Mondiale degli Scienziati e fondatore del centro di cultura scientifica Ettore Majorana, a Erice. Davanti ad un pubblico di cinquecento persone, soprattutto giovani, Zichichi ha esordito ricordando che la scienza è nata in casa nostra, cioè nel mondo cattolico. Essa non è altro che lo studio della logica del creato e nasce per atto di fede in colui che ha fatto il mondo. Il professore ha invitato a chiedere, a chi nega che Galilei sia stato il primo scienziato, il nome di una persona che prima di lui abbia scoperto una legge fondamentale della natura. Ovviamente nessuno. È assolutamente scandaloso che l’Europa non riconosca le proprie radici cristiane che hanno permesso alla nostra cultura di scoprire la scienza e di progredire così tanto in soli quattrocento anni. In questo breve periodo siamo passati dalla meridiana agli orologi atomici in grado di misurare il millesimo di miliardesimo di secondo; eppure queste radici cristiane sono oggi contestate dai nuovi illuministi. Essi dimenticano Galilei, l’uomo che ha determinato una svolta intellettuale che non ha precedenti nella storia umana. Da allora in poi, ponendo le domande a colui che ha fatto il mondo, l’uomo può scoprire con certezza che l’universo non è retto dal caos, bensì da una logica rigorosa con le sue leggi che sono valide dal cuore di un protone (un milionesimo di miliardesimo di centimetro) ai confini dell’universo (un milione di miliardi di miliardi di chilometri). Non esiste fenomeno galileianamente noto, e cioè riproducibile in modo rigoroso, che non possa essere spiegato come conseguenza della logica del creato: essa rappresenta la più grande conquista della ragione nell’immanente. Questo studio della logica del creato ci ha portato a concepire l’esistenza di una realtà ancora più affascinante di quella a noi familiare: realtà di straordinaria simmetria cui è stato dato il nome di Supermondo. Certo, attualmente, nessuno sa dirci se esista o meno il Supermondo; eppure, questa realtà teorica è stata posta su basi di rigorosa formulazione matematica ed è su queste basi che si possono capire tante proprietà del mondo in cui viviamo. Tuttavia, manca la prova galileiana per essere certi dell’esistenza del Supermondo con le sue quarantatre dimensioni. Non basta il rigore logico: c’è bisogno della prova galileiana, cioè sperimentale, in quanto essa è la risposta che il Creatore dà alle nostre domande. Una bugia che ci viene detta è che la scienza ormai ha scoperto tutto. Se non scopre l’esistenza di Dio è perché Dio non esiste: niente di più falso. La scienza è ben lungi dall’aver scoperto tutto. Il professore ha fatto alcuni esempi che si sono avuti nella storia: ogni volta che gli scienziati si erano illusi di aver capito tutto, una scoperta imprevista ha aperto nuove frontiere svelando nuovi affascinanti problemi da risolvere.



L’ATEISMO È CONTRADDITTORIO
Zichichi ha ricordato che la cultura atea dominante, secondo cui la scienza nega l’esistenza di Dio, si basa su una costruzione logica contraddittoria, perché nega l’esistenza del trascendente: se tutto fosse immanente, anche la ragione si esaurirebbe nella sfera immanentistica della nostra esistenza. Siccome le più grandi conquiste della ragione sono linguaggio, logica e scienza, la matematica, come forma rigorosa di ragione, dovrebbe saper dimostrare che Dio non esiste e la scienza dovrebbe essere in grado di scoprire che Dio non esiste. Ma la matematica non ha dimostrato il teorema della negazione di Dio, né scienza ha la prova della non esistenza di Dio. Se tutto, quindi, si esaurisce nell’immanente, come è possibile che non esista il teorema della negazione di Dio, né la scoperta scientifica della non esistenza di Dio? Questa è la contraddittorietà della costruzione logica dell’ateismo che in realtà non è un atto di ragione, ma di sola fede: un atto di fede nel nulla. Agli atei che allora chiedessero ai credenti di arrivare con la logica matematica a dimostrare il teorema dell’esistenza di Dio, si può rispondere che, se così fosse, Dio dotrebbe essere solo matematica: Dio, invece, è tutto. E lo stesso vale per la scienza: se la scienza riuscisse a scoprire Dio, Egli dovrebbe essere solo la più grande scoperta scientifica; e invece Dio è tutto. Ecco quindi dimostrato che l’ipotesi “Dio esiste” è logica, mentre l’ipotesi “Dio non esiste” è contraddittoria. L’aver fatto credere che fede e scienza fossero nemiche è ciò che Zichichi ha definito Hiroshima culturale. In realtà nessun grande scienziato, e va sottolineato nessuno, ha mai affermato che scienza e fede sono nemiche.

EVOLUZIONISMO FALLITO
Un altro momento molto interessante della conferenza è stato quando il professore ha distrutto uno dei dogmi più ferrei della cultura dominante: l’evoluzionismo. Questa teoria pseudo-scientifica, infatti, non ha né il rigore matematico né la riproducibilità sperimentale: in altre parole, non è scienza. L’evoluzionismo viene insegnato nelle scuole ricorrendo ad una tautologia: “È così perché è così”. Ad un convegno internazionale in cui alcuni sostenevano la teoria darwinista, Zichichi chiese che scrivessero la formula matematica di ciò che stavano dicendo: nessuno è mai stato in grado di farlo, perché appunto non si tratta di scienza, ma siamo al livello di romanzo, cioè sono solo chiacchiere. Buone per chi le beve perché dette in televisione, ma non per un convegno scientifico dove contano le equazioni e gli esperimenti riproducibili.

GLI EXTRATERRESTRI NON ESISTONO
Interessante poi l’accenno a chi crede all’esistenza degli extraterrestri. Se esistono, non si capisce come mai non si facciano vedere; se sono più intelligenti di noi, dovrebbero mostrarsi per insegnarci le loro scoperte o, almeno, per dominarci. Evidentemente le probabilità che esistano altre forme di intelligenza pari alla nostra sono praticamente nulle. Già la comparsa della vita anche su un solo pianeta dell’universo aveva una probabilità bassissima, di gran lunga inferiore a quella di vincere comprando un biglietto della lotteria. Per capire dobbiamo riflettere sui tre clamorosi big bang che si sono avuti nella storia. Il primo ha creato l’universo dal nulla, il secondo ha fatto passare dalla materia inanimata alla vita, e il terzo dalla materia vivente all’intelligenza. Del secondo big bang siamo al buio più completo ed infatti la scienza è ancora lontanissima dal comprendere la vita. Se la scienza avesse scoperto la vita potremmo darla come accendiamo una lampadina: con il tasto on si dà la vita e con il tasto off si toglie, a piacimento quante volte vogliamo. È evidente che ciò non sarà mai possibile. Anche del terzo big bang la scienza è lontana dal capire. Infatti non è possibile dare l’intelligenza che ha l’uomo alla materia vivente non dotata di ragione. Altrimenti potremo dare l’intelligenza ad una rondine semplicemente premendo un tasto. Il professore ha usato esempi semplici, ma efficaci per comprendere che un disegno superiore e misterioso guida la storia dell’universo. Interessante poi è stata la rivelazione che Zichichi aveva l’intenzione di fare con Fellini un film su Atlantide. Purtroppo ciò non è potuto avvenire per la prematura scomparsa del regista.

LE VARIAZIONI CLIMATICHE NON DIPENDONO DALL’UOMO
Rispondendo ad una domanda di una ragazza, il professore ha affermato che le paure generate dalle variazioni climatiche si fondano su una matematica grossolana e contraddittoria; ad esempio coloro che anni fa avevano previsto che nel 2000 il Mar Mediterraneo sarebbe stato senza vita, sono stati smentiti dai fatti. L’aumento della temperatura, comunque di lieve entità, non è dimostrato che sia causato dall’uomo, ma è dovuto principalmente, se non esclusivamente, a cause naturali: ad oggi nessuno è in grado di prevedere i cambiamenti climatici con rigore scientifico. È sbagliato inoltre criminalizzare l’anidride carbonica che invece è utilissima ad esempio per la crescita delle piante. Nemmeno l’effetto serra è dannoso, anzi è proprio ciò che permette la vita sul nostro pianeta che altrimenti avrebbe una temperatura media di diciotto gradi sotto zero rendendo la vita impossibile. Inoltre l’effetto serra non dipende dall’attività umana. Tutto ciò non vuol dire che siano giuste l’industrializzazione selvaggia e l’immissione di veleni nell’ambiente. Anzi, secondo il professore, tutto ciò andrebbe punito severamente.

ASTROLOGIA: GRANDE BUFALA
L’ultimo punto toccato da Zichichi è stata l’astrologia. Nonostante l’enorme progresso che la scienza ha permesso di realizzare, c’è ancora chi crede negli influssi stellari, negli oroscopi e nei segni zodiacali. Il professore ha spiegato il terzo movimento della Terra che smentisce il legame tra data di calendario e segno zodiacale, di modo che se uno crede di essere di un segno è in realtà di quello precedente. Ma anche così facendo le costellazioni sono pura illusione, infatti anche se noi le vediamo fisse, in realtà le stelle si muovono ad altissime velocità e quelle che a noi sembrano vicine da formare una costellazione, in realtà sono lontanissime tra di loro e non formano nessuna figura. Insomma non c’è nessuna influenza stellare nella nostra vita.

UN LUNGO APPLAUSO
Al termine della serata un lungo e fragoroso applauso ha sottolineato la soddisfazione dei presenti colpiti anche dal fatto che il professore, per poter essere tra noi, aveva rinunciato alla seconda parte del Seminario internazionale organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sul tema “Cambiamenti climatici e sviluppo” del quale, su richiesta degli organizzatori, avrebbe dovuto tirare le conclusioni.
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Sabato 18 settembre 2010 si è svolto a Staggia Senese il secondo Giorno del Timone della Toscana, che ha visto una nutrita partecipazione di pubblico e di associazioni cattoliche.
Al mattino la Messa pontificale celebrata dal Vescovo di Volterra, mons. Alberto Silvani, ha dato il via alla giornata. Nel pomeriggio c’è stata l’interessante conferenza “L’attualità della battaglia apologetica” di Massimo Introvigne, Direttore del Cesnur, Vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, collaboratore del Timone.
Infine il culmine della giornata è stato senz’altro la consegna del premio “Viva Maria”, assegnato dal direttore de “Il Timone”, Giampaolo Barra, al Prof. Antonino Zichichi, scienziato di fama mondiale e professore emerito di Fisica Superiore all’Università di Bologna.
Nella dissertazione che ha preceduto la consegna del premio, l’illustre fisico ha inteso sottolineare il rapporto tra scienza e fede, confutando tra l’altro il luogo comune in base al quale “un vero scienziato non può che dichiararsi ateo e un credente non può avvicinarsi alla scienza”. La tesi sostenuta dal professor Zichichi, concorde col pensiero del Santo Padre Benedetto XVI , è che qualunque scienziato interessato all’origine e all’evoluzione del mondo, nonché alla ricerca delle leggi fisiche che regolano la natura, non può che concludere che solo un Ente Superiore può essere all’origine delle cose che esistono, come già insegnava Aristotele.
Il professor Zichichi ha esordito sottolineando che l’esistenza del mondo ha avuto come momenti cruciali i cosiddetti tre “big bang”. Il primo, il “big bang” per antonomasia, è quello che ha fatto passare dal vuoto all’esistenza dell’universo. Il secondo big bang è avvenuto nel momento in cui sulla terra è comparsa la vita, mistero cui l’uomo non sa tutt’oggi dare risposta. Il terzo è il momento in cui l’uomo ha sviluppato la ragione.
Il professore ha poi sostenuto la non scientificità della teoria evoluzionista. Essa, da alcuni usata per negare l’esistenza di Dio, è priva di sufficienti prove scientifiche e di una solida base matematica (il cosiddetto metodo galileiano).
Inoltre ha affermato che “contrariamente a quanto affermano alcuni assertori dell’evoluzionismo, secondo i quali l’uomo non sarebbe tanto diverso dalla scimmia, di fatto l’uomo è l’unico essere vivente dotato di ragione, capace quindi di tramandare ai posteri le conoscenze acquisite, con la scrittura cuneiforme e, prima ancora, con le prime rappresentazioni grafiche”. Questo nessun animale è in grado di farlo.
La dissertazione è proseguita ricordando la figura di Galileo Galilei considerato dalla comunità scientifica il fondatore della scienza. Ebbene proprio il fatto che Galileo era un cattolico gli ha permesso di studiare le leggi della natura. Solo nella cultura cattolica poteva nascere la scienza, senza dimenticare, anzi proprio perché si credeva fermamente in Colui che ha fatto il mondo.
“La ricerca scientifica avrebbe potuto nascere secoli prima e nell’ambito di altre civiltà, come quella cinese, araba o indiana, invece ha avuto origine, in Italia, dalle osservazioni e deduzioni di Galilei sul pendolo, sulle macchie lunari, sui satelliti planetari, fatte tramite il telescopio”, ha osservato l’eminente fisico.
“Usando per primo il metodo del piano inclinato, quattro secoli fa, Galilei ha dedotto la legge che regola il moto di caduta libera di un grave. Misurando il tempo con le pulsazioni arteriose, ha inoltre intuito la legge che regola le piccole oscillazioni di un pendolo. Sir Isaac Newton, due secoli dopo, non avrebbe scritto la legge di gravitazione universale, così semplice nella sua enunciazione, se non ci fossero state prima le osservazioni di Galilei”. Si noti che il calcolo infinitesimale di Newton-Leibniz, e di conseguenza la matematica moderna, nascono dall’esigenza di calcolare il moto dei pianeti.
A sostegno della tesi secondo cui Galilei deve essere considerato uno scienziato che credeva in Dio, il professore ha portato ad esempio la reazione incredula di Galilei alla scoperta di Keplero sulle orbite dei pianeti: “Secondo la tradizione Tolemaica, un Dio creatore avrebbe senz’altro ordinato il mondo in maniera perfetta. Ora, il cerchio è una figura perfetta, per cui nell’antichità era impensabile che un pianeta potesse muoversi seguendo un’orbita che non fosse circolare. Quando Keplero gli disse di avere osservato che le orbite dei pianeti sono ellittiche, e non circolari, se fosse stato ateo, Galilei avrebbe dovuto reagire sostenendo tale tesi e usandola per confutare l’esistenza di un Ente Creatore. Invece, Galilei reagì rispondendo a Keplero che non credeva alle sue conclusioni”. E’ noto, di fatto, che le leggi di Keplero si deducono come conseguenza delle leggi di Newton.
“A partire da Galilei – ha continuato – tutti i più importanti scienziati possono essere considerati credenti. Quando uno scienziato si affida alla sperimentazione, fa come un atto di fede, perché cerca di capire quale legge o meccanismo regola un fenomeno della natura”. Ad esempio di come procede la ricerca scientifica, ha ricordato come due secoli di ricerca sull’ottica e sull’elettromagnetismo sono stati riassunti nelle equazioni di Maxwell, tanto che “Lord Kelvin, nel 1897, davanti ad un’assemblea di fisici, disse che ormai non c’era più nulla de scoprire, solo qualche dettaglio da chiarire. In realtà, la ricerca scientifica passa da periodi di euforia, in presenza di grandi scoperte, a periodi di relativa calma. E quello che conosciamo oggi è frutto di quattro secoli di ricerca, paragonati ai millenni precedenti in cui l’uomo era presente sulla terra”.
Per spiegare cosa significhi la scoperta scientifica, ha usato come esempio suo nonno, che “non avrebbe mai creduto nella possibilità di viaggiare a mille chilometri all’ora o di vedere immagini dell’uomo sulla luna. Infatti – ha proseguito – ogni scoperta scientifica non è altro che un passo in avanti nella spiegazione di come Qualcuno ha pensato che andasse regolato il mondo”.
“Le scoperte sono sorprendenti: si pensi alle leggi di Lorentz, da cui è scaturita la teoria della Relatività di Einstein, secondo le quali le dimensioni spazio-tempo non possono essere entrambe reali; oppure alla relatività del concetto di contemporaneità (la luce impiega un secondo per andare dalla terra alla luna, ma se Napoleone fosse nato in una stella da noi lontanissima, un osservatore su tale stella sosterrebbe che Napoleone è nato prima di Giulio Cesare). Del resto, fino a cinquant’anni fa si pensava che i livelli più bassi di energia fossero a dimensione nucleare, come recita il nome del centro di ricerca in cui ho lavorato”.
Tralasciando ulteriori dettagli di un’analisi precisa ed avvincente dei passi recenti della ricerca nell’ambito della fisica, andiamo al culmine della esposizione, in cui, con tono ironico, ha affermato che “esistono scienziati miei colleghi che da anni lavorano per cercare di dimostrare scientificamente che Dio non esiste. Io sono tranquillo: anzi, ho detto loro che stanno solo perdendo tempo”.Il professore ha anche ricordato l’obiezione di chi sostiene che, per dimostrare l’esistenza di Dio, si dovrebbe darne una prova scientifica: “Una dimostrazione scientifica dell’esistenza di un Ente Superiore non ha senso, perché si vorrebbe provare con strumenti scientifici l’esistenza di chi ha creato quegli strumenti e, quindi, è al di sopra di essi”.
“Al contrario, da parte di chi si dice ateo, ci si aspetterebbe l’esibizione di una prova scientifica del fatto che il mondo è regolato dal caos – ha spiegato –. Questo mi pare impossibile, e solo chi non è un vero scienziato può cercare di sostenere tale tesi”.
Per concludere, il professor Zichichi ha fatto sue le parole del Pontefice, sottolineando l’importanza che ogni cristiano debba avere a cuore il fatto che la fede e la ragione non sono in contraddizione.
“Oggi nel mondo stiamo tornando all’era pre-Aristotelica, in cui le filosofie dominanti sostenevano che i processi della vita erano regolati dalla casualità. Invece, ogni volta che scopriamo qualcosa, ci sorprendiamo di come ci sia un Ordine dietro tutto; di fronte ai fenomeni che non possiamo spiegare, possiamo solo dire che non siamo ancora pronti e che, probabilmente, ci riusciremo fra qualche secolo o, ancor meglio, qualche decennio”.
“Nata con un atto di Fede nel Creato, la Scienza non ha mai tradito il Suo Padre. Essa ha scoperto – nell’Immanente – nuove leggi, nuovi fenomeni, inaspettate regolarità, senza però mai scalfire, anche in minima parte, il Trascendente”.
A distanza di dieci anni dalla sua pubblicazione, non si consiglierà mai abbastanza il bellissimo libro divulgativo del professor Zichichi  “Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo” (ed. Il Saggiatore).
Alla fine della sua testimonianza, il direttore del Timone, Gianpaolo Barra ha consegnato allo scienziato il Premio “Viva Maria!” dedicato alla Vergine del conforto che è conservata ad Arezzo. Il premio consiste in un assegno di duemilacinquecento euro offerti dalla Fondazione Fides et Ratio che sostiene il Timone e con una perfetta riproduzione della Madonna del conforto di Arezzo. Evidente è stato il motivo che ha spinto gli organizzatori a chiamare “Viva Maria!” questo premio: come ai tempi di Napoleone, è in atto un attacco alla fede cattolica. Ora come allora c’è bisogno che ci sia un forte movimento di popolo di reazione che difenda la Chiesa da questi attacchi.
Ecco la motivazione del premio tratta dalla pergamena: “Al professore Antonino Zichichi, scienziato, perché come i Viva Maria dell’insorgenza toscana, eroici testimoni della fede, anch’egli durante una lunga e fruttuosa attività di scienziato, tutt’ora felicemente in corso, ha saputo donarci una testimonianza luminosa e forte della fede cattolica”.
Il direttore del Timone ha infine proposto a Zichichi di scrivere qualche articolo per il mensile di apologetica e il professore ha accettato volentieri prendendo pubblicamente questo impegno che poi ha onorato nel numero di dicembre.
Un lunghissimo applauso ha concluso infine la premiazione, segno di affetto sincero nei confronti del professore per la chiarezza nell’esposizione e per la fiera testimonianza cristiana.
Questa giornata, organizzata per la seconda volta a Staggia Senese, ha visto anche quest’anno la partecipazione di oltre seicento persone convenute da tutta la regione. Il Giorno del Timone è infatti uno dei più grandi eventi culturali della Toscana e si proietta già all’organizzazione della terza edizione che come quelle passate sarà il terzo sabato di settembre.

Questo articolo è stato pubblicato in forma ridotta sul Timone n. 97 (nov. 2010)

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